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Il Gladiatore



Il gladiatore ha ricevuto recensioni favorevoli da parte della critica specializzata, soprattutto per le interpretazioni di Russell Crowe e Joaquin Phoenix, ma anche per la regia, la fotografia, le sequenze d'azione, le partiture musicali e il valore della produzione. Il film ha vinto numerosi premi, tra cui cinque Oscar alla 73ª edizione per il miglior film, miglior attore protagonista, migliori costumi, miglior sonoro e migliori effetti visivi; ha anche ricevuto quattro BAFTA alla 54ª edizione per il miglior film, miglior fotografia, miglior scenografia e miglior montaggio.




Il gladiatore


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Catturato da un mercante di schiavi, viene venduto a Proximo, un ex gladiatore divenuto lanista, che Marco Aurelio aveva liberato dalla schiavitù insignendolo del rudis, la spada di legno. Portato in Africa, Massimo viene obbligato a combattere nell'arena, dando presto prova delle sue eccellenti qualità di guerriero e ottenendo popolarità tra gli spettatori e rispetto da parte degli altri combattenti; etichettato con il soprannome di Ispanico ed entrato a far parte della familia gladiatoria, stringe amicizia con il cacciatore numida Juba, portato via prigioniero dalla sua famiglia, e con il germano Hagen, che fino alla comparsa di Massimo era il più valoroso dei gladiatori di Proximo. Durante le pause degli spettacoli, parlando delle rispettive famiglie e della vita che conducevano prima di divenire schiavi, Juba e Massimo si fanno coraggio a vicenda pensando, di fronte alla prospettiva della morte in combattimento, alla speranza di incontrare nuovamente i loro familiari nell'aldilà.


Il giorno dopo Massimo deve fronteggiare Tigris delle Gallie, l'unico gladiatore rimasto sempre imbattuto, che è ritornato a combattere cinque anni dopo il suo ritiro. Durante il combattimento, da alcune botole che si aprono nell'arena balzano fuori più volte delle tigri incatenate che si avventano contro Massimo. Nonostante le difficoltà, Massimo le sgomina e mette in ginocchio Tigris, che cade a terra sconfitto; Commodo lo condanna a morte con il pollice verso, ma Massimo sfida deliberatamente l'ordine rifiutandosi di ucciderlo, quindi la folla lo acclama come "Massimo il misericordioso". Commodo allora raggiunge Massimo nell'arena e insulta la memoria dei suoi cari, cercando di farlo arrabbiare per combattere contro di lui, ma Massimo mantiene la calma e si allontana in silenzio, sottolineando ancora una volta la sua volontà di non riconoscere Commodo come imperatore.


Commodo succedette sul trono a Marco Aurelio nel 180 d.C. e, dodici anni dopo, fu effettivamente ucciso da un gladiatore, anche se non nell'arena: fu strangolato nel bagno dal suo istruttore, il maestro di gladiatori Narcisso, coinvolto in una congiura in cui ebbe un ruolo chiave la cristiana Marzia, cugina e amante di Commodo.


La figura storica di Commodo era già stata trattata al cinema: era accaduto nel film peplum italiano del 1964 di Mario Caiano I due gladiatori, ma soprattutto nel film gemello (che può considerarsi la prima versione de Il gladiatore) di Anthony Mann del 1964 La caduta dell'Impero romano, con Sophia Loren, Stephen Boyd, Alec Guinness e Christopher Plummer rispettivamente nelle parti di Lucilla, del generale Livio (il protagonista al posto di Massimo), di Marco Aurelio e di Commodo.


Ogni gladiatore aveva la facoltà di ritirarsi dall'incontro a propria discrezione; inoltre, nel momento in cui uno dei duellanti prevaleva sull'altro, la folla esprimeva effettivamente il proprio volere circa la sorte dello sconfitto. L'ultima parola spettava all'imperatore, ma raramente questi ne decretava l'esecuzione: in tal caso, infatti, era tenuto a pagare un consistente risarcimento. Il gladiatore prossimo alla morte a causa di ferite gravi esponeva coraggiosamente il petto al vincitore.


Sembrano del tutto assenti le categorie gladiatorie. Gli scontri erano resi il più lunghi possibile facendo in modo che ogni partecipante fosse equipaggiato con armamenti che lo rendessero alla pari, sotto questo punto di vista, con l'avversario. Ogni gladiatore era assegnato quindi ad una determinata categoria, dotata di specifico equipaggiamento e intesa per combattere solo e soltanto contro gladiatori appartenenti ad altre categorie specifiche.


Il rudis era effettivamente donato ai gladiatori che si erano dimostrati abbastanza abili da essere amati dalla folla, tuttavia non rappresentava né implicava la libertà del gladiatore, ma solo la possibilità di non essere più obbligato a combattere. L'oggetto che rappresentava la libertà e che veniva donato al gladiatore quando questi veniva definitivamente liberato era un berretto di lana chiamato pileo.


Nel 2006 Scott dichiarò che lui e Crowe si erano avvicinati a Nick Cave per riscrivere il film, ma le loro idee entrarono in conflitto con l'idea della DreamWorks di uno spin-off che coinvolgeva Lucio, che Scott ha rivelato che sarebbe diventato il figlio di Massimo e Lucilla. Scott notò che una storia di corruzione a Roma era troppo complessa, mentre Il gladiatore aveva funzionato ai tempi grazie alla sua spinta semplice nella storia. Nel 2009, i dettagli della sceneggiatura (alla fine respinta) di Cave sono emersi su Internet: la sceneggiatura con Massimo che si reincarnava dagli dei romani e tornava a Roma per difendere i cristiani dalla persecuzione; poi trasportato in altri periodi importanti della storia, tra cui la seconda guerra mondiale, la guerra del Vietnam, e, infine, essere un generale nel Pentagono di oggi. Questa sceneggiatura di un sequel, tuttavia, venne respinta in quanto troppo inverosimile e non conforme allo spirito e al tema del film originale.[senza fonte]


Gladiator of Rome (Italian: Il gladiatore di Roma) is a 1962 Italian adventure film directed by Mario Costa. Co-written by Gian Paolo Callegari and Giuseppe Mariani, it stars Gordon Scott.[1]


Il gladiatore invincibile (sh. Nepobjedivi gladijator); šp. El gladiador invencible) je italijansko-španski akcijsko-historijski film snimljen 1961. godine u režiji Alberta De Martina i Antonija Mompleta. Radnja je (u originalnoj italijanskoj verziji) smještena u Perzijsko Carstvo za vrijeme vladavine Darija I, a protagonist, koga tumači Richard Harrison, je gladijator koji se priključuje pobunjenicima protiv tiranskog satrapa Rabirija (čiji lik tumači Leo Anchóriz). Harrison je u njemu prvi put nastupio u glavnoj ulozi, i to kao svojevrsna zamjena za Stevea Reevesa, koji je dotle bio jedan od zaštitnih znakova peplum žanra. Harrison je zahvaljujući ovom filmu nastavio karijeru u Italiji koju će obilježiti špageti vesterni i drugi eksploatacijski filmovi. 041b061a72


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